Copywriter: impara a scrivere testi di valore

“C’e prodotto e prodotto: un copywriter deve riuscire a scrivere testi performanti e di valore per qualunque tipo di prodotto e per qualunque tipo di azienda.” Valentina Falcinelli, copywriter e docente Dolab ha aperto così il corso “Social Media Copywriting e Brand Storytelling”, oggi alla sua terza edizione. Per mettere subito alla prova i Dolabber li ha coinvolti in una esperienza non convenzionale, invitandoli ad assaggiare una crema spalmabile dal gusto discutibile che si chiama MARMITE. Ecco, un bravo copywriter deve saper trasformare un minus in un plus e riuscire a generare desiderio nei confronti di un prodotto pur sapendo che non ha il miglior sapore del mondo.
Impresa non facile ma di certo stimolante!
 

Ma come fare del buon copywriting?

Le regole e le best practices del bravo copywriter sono tante, tantissime e Valentina inizia a raccontarle agli aspiranti “scrittori e narratori”, partendo proprio da un must: emotion is the answer!
Il discorso è ovviamente molto più ampio, allora partiamo da quelli che potremmo definire i baluardi per creare un copy di qualità:

  •  Trovare la giusta Unique Selling Proposition.
  • Porre la giusta domanda al giusto target.
  • Aprire il cassetto della creatività rendendola fruibile e funzionale alla vendita.
  • Raccontare, divertire, emozionare.
  • Conoscere la natura del nostro prodotto e mostrare le sue applicazioni.

Questi sono precetti indispensabili da seguire per chi vuole fare buona comunicazione, ma per diventare dei bravi copywriter non bastano. Ci sono altri elementi che giocano un ruolo chiave nell’arte del copy e dello storytelling che vanno ad incidere sulla percezione emotiva e sull’efficacia narrativa.
 

Ecco le best practices che fanno la differenza

  • Headline: è un elemento testuale di grande valore, dedicategli molto tempo. Ogilvy diceva che “le persone leggono l’headline 5 volte di più rispetto al testo di un annuncio. Quindi, con un’headline debole, siamo certi di aver buttato via 80 penny del nostro dollaro.”
  • Plus di un prodotto: non nascondeteli! Se ci sono, devono essere ben visibili e ben valorizzati.
  • Tone of voice e voice mark: stabilire con il cliente il tono di voce, cioè il tipo di linguaggio da utilizzare è indispensabile. Ma definire i voice mark, cioè le sfumature di quella stessa voce è altrettanto importante perché la loro applicazione ci può tornare utile in più contesti.
  • Metterci la faccia: quanto conta? Tantissimo. Un volto formale e professionale crea fiducia, affidabilità, trasmette al cliente serietà e prossimità. Se poi viene combinato con lo storytelling, diventa un approccio diretto molto apprezzato, che in quel parlare di sé tranquillizza e avvicina.
  • Infine l’uso dei numeri. Che valore hanno? Vanno usati con logica, per valorizzare plus, per far percepire solidità, per evidenziare vantaggi e per far capire, se sei bravo, in che misura lo sei.

 

Uno stage per i nostri Dolabber

Alla fine di questa intensa full immersion i Dolabber sono entusiasti. Fare il copywriter, ma soprattutto diventare un bravo copywriter, è una cosa seria. Valentina lo ha ribadito più e più volte, tanto da renderli assolutamente motivati e desiderosi di imparare. Ce ne rendiamo conto quando, a fine lezione, arriva il momento di conoscere Alto Valore, l’azienda per la quale i Dolabber realizzeranno il project work finale e che per questo corso mette a disposizione uno stage.
Sui volti di tutti si legge passione per questa professione e ancor più la speranza di diventare bravi, magari come la nostra prof. Valentina Falcinelli, o quasi!
 
Elena Musco