Mappe mentali e business plan. Dal caos alla luce

Il corso di Digital Strategy e quello di  Digital Project Management dell’edizione milanese si stanno avvicinando.
Ecco per te un assaggio di quanto i nostri DoLabber hanno appreso al corso #DolabPM di Roma su uno strumento che sia Futura Pagano che Ivano Turi usano molto durante i laboratori dei loro corsi: le mappe mentali.
Mappe mentali. Al principio era il caos, poi?
L’idea di business c’è. Ma bisogna domarla, prima di poterla trasformare in qualcos’altro. Un business plan, per esempio.
 
Ma come si fa a dar forma al caos? Be’, si può usare una mappa mentale, tanto per iniziare.
 
La mappa mentale è uno strumento polivalente: da un lato serve a sviscerare tutti gli aspetti connessi a un argomento; dall’altro aiuta a organizzare al meglio le idee, vedere le relazioni tra varie aree e accedere a una molteplicità di informazioni a colpo d’occhio.
 
Ivano Turi, che sta ai software per il project management quanto Joe Bastianich sta alla ristorazione, a lezione consiglia di usare Mindjet MindManager. Si tratta di uno strumento per creare mappe mentali ed è l’unico che ha una forte integrazione con Microsoft.
 
Per voi abbiamo raccolto qualche consiglio che il docente ha dato in relazione alla creazione di mappe mentali:
Tip 1. Quando si crea una mappa mentale occorre evitare di scrivere tanto. Meglio scrivere una frase brevissima e poi aggiungere una nota descrittiva.
Tip 2. Quando viene in mente un elemento e non si sa dove collocarlo all’interno della mappa mentale, meglio creare un topic e lasciarlo sciolto. Solo andando avanti si riuscirà a capire dove inserirlo.
Tip 3. Si possono dare attributi grafici (tipo flag) ai topic e ai subtopic all’interno della mappa, così da dare loro una certa valenza.
Tip 4. Quando si realizzano mappe mentali finalizzate al business plan, si riesce a capire subito se il BP è sbilanciato nel momento in cui ci sono troppi punti di forza e pochissimi punti di debolezza.
Tip 5. Molto utile la funzione Relationship, per collegare all’interno di una mappa voci che hanno una relazione, anche se appartengono a topic diversi.
 
Vedrai: con una mappa mentale vedrai presto la luce alla fine del tunnel.
 
Nel frattempo, continua a leggere e scopri anche un altro utile strumento di project management: il business plan.
 
Business plan. A me gli occhi, venture capitalist
Chiunque voglia reperire dei finanziamenti per avviare un’attività imprenditoriale deve per forza disporre di un business plan. Ma cos’è un business plan? Com’è fatto? E cosa c’entra col project management?
Un attimo, un attimo. Procediamo con ordine.
 
Il business plan è:

  • un piano per iniziare un’attività imprenditoriale;
  • uno strumento da presentare ai venture capitalist per reperire finanziamenti;
  • uno strumento per verificare, una volta avviato il business, lo stato dei lavori.

 
Abbiamo detto che il business plan è un documento da presentare agli investitori. Per far leva sui loro interessi, dovrebbe prima di tutto trasmettere affidabilità. Affidabilità che si traduce in talento, serietà (idea basata su dati concreti e previsioni coerenti) e onestà.
 
Quelle che seguono, invece, sono le macro aree che vanno a comporre un business plan:
Indice
Sintesi preliminare, ossia quello che si scrive per incentivare i finanziatori a continuare con la lettura. È anche un riassunto di tutti i capitoli e di norma è lunga 2/3 pagine.
Descrizione generale della società, con ruoli, curriculum, attività di base, specifiche varie.
Prodotti/servizi. In sostanza quello che si vuole produrre, con relative caratteriche.
Piano di marketing.
Piano operativo (nel caso di prodotti industriali, per esempio).
Management e organizzazione
Capitalizzazione e struttura. Questa è una delle parti più lette dagli investitori: è qui che si specifica quanto viene loro richiesto in termini economici.
Piano finanziario, la parte in cui si comunica il BEP (break even point), il punto di pareggio o, meglio, quando si inizierà a monetizzare. Anche questa è una parte importante per i finanziatori.
Allegati, quindi grafici, ricerche di mercato, etc.
 
Il project manager è il collante che tiene unite tutte queste parti. Supervisiona, verifica, sistema. E tiene le dita incrociate assieme al resto del team.
 
Tu però, adesso, non startene con dita e braccia incrociate. Prova subito a creare una mappa mentale e approfitta dei corsi in Digital Strategy Lab e Digital Project Management per imparare a farlo da professionista.