Il mondo è pieno di persone. Ognuna differisce dalle altre per mille piccole, a volte impercettibili sfumature caratteriali. Due persone, di fronte a due situazioni uguali, possono arrivare a comportarsi in modi del tutto differenti.
Ti faccio un esempio facile facile.
Diverse persone, diversi toni di voce
Siamo in due supermercati diversi d’Italia. Stesso giorno, stessa ora, ma città e protagoniste diverse. Marta e Simona stanno facendo la fila alla cassa. Tutte e due stanno per mettere la spesa sul rullo. E a tutte e due arriva la richiesta da una vecchietta che chiede loro una cortesia: “Ho solo una confezione di latte… Le dispiace se le passo avanti?”. Sia Marta che Simona accontentano la signora, ma lo fanno usando parole diverse.
Marta, più empatica e sensibile, risponde: “Ma certo signora, ci mancherebbe. Passi pure, non c’è nessun problema”. Simona, più rigida, ma non di certo maleducata, controbatte: “Non mi dispiace, no. Prego, passi”.
Marta e Simona hanno comunicato lo stesso messaggio. Ti pare, però, che abbiano usato lo stesso modo per farlo? Assolutamente no.
Marta, ad esempio, risponde usando parole positive (es: “certo”, “nessun problema”) e menziona, all’interno del messaggio, il soggetto ricevente (“signora”). Simona, invece, trasferisce la positività usando forme negative (“dispiace”, “non”, “no”).
Adesso seguimi.
Diverse aziende, diversi toni di voce
Pensa che il mondo è pieno non solo di persone, ma anche di aziende. Ognuna differisce dalle altre per mille piccole, a volte impercettibili sfumature.
Queste sfumature vengono definite da tanti fattori: i colori aziendali, il logo, la scelta delle immagini e la scelta – inutile dirlo – delle parole.
Tutte le aziende possono scegliere se comunicare come Marta o come Simona. O con le altre mille sfumature di tone of voice che intercorrono tra lo stile empatico e caldo di Marta e quello asciutto e più distaccato di Simona.
Perché, diciamocelo, non siamo tutti Ceres o Lego. Molte aziende hanno la necessità di comunicare usando più logos che pathos. Ci sta. Assolutamente.
Un copywriter professionista segue le aziende a partire proprio dalla definizione del tone of voice istituzionale. Le accompagna nella stesura di un glossario, nella redazione di norme editoriali, nella presentazione di best practice connesse alla scrittura corporate.
I testi non basta scriverli. I testi vanno vestiti come si deve, prima di dar loro il permesso di andare… online.
Se vuoi imparare a vestire i testi aziendali, ti aspetto al corso Social media copywriting e brand storytelling, in partenza il 6 ottobre.
Valentina Falcinelli