Diventare SEO Specialist non è uno scherzo: devi essere in grado di intercettare l’intento di ricerca degli utenti e conquistare la fiducia dei motori di ricerca. E anche se gli esperti SEO possono darti un aiuto fondamentale nell’individuare le nuove tendenze del web, spetta a te trovare la strategia giusta per raggiungere gli obiettivi che il tuo cliente si è prefissato.
Può capitare che il cliente ti imponga dei limiti di budget davvero ristretti: che fare in questi casi? È la domanda a cui ha risposto Luca Marchei, SEO Specialist ospite della lezione di giovedì 20 ottobre 2016 al corso Conoscere la Search Engine Optimization dalla A alla Z tenuto da Maurizio Palermo a Dolab School.
Search Engine Optimization low budget? Punta sulla creatività
Problema: hai alcune centinaia di pagine che trattano un argomento specifico e molto ricercato dagli utenti sui motori di ricerca, ma il traffico al sito è basso. Devi posizionare questi contenuti con un budget molto limitato, quindi hai bisogno di una strategia che ti permetta di ottenere buoni risultati con il minor impegno possibile. Il caso di studio presentato da Luca Marchei suggerisce che in questi casi l’approccio migliore è:
- analizzare il sito per individuare le criticità maggiori
- individuare le priorità su cui intervenire e schedulare le attività
- testare continuamente che gli interventi effettuati funzionino
“Nel mio caso erano da escludere problemi tecnici: per migliorare il posizionamento era necessario lavorare sui contenuti”, spiega Luca. Il paletto del budget non consentiva però di spendere ore e ore a scrivere contenuti curati, bisognava migliorare quelli esistenti nel minor tempo possibile.
Lui l’ha fatto con un approccio creativo, combinando le tecniche di posizionamento tradizionali con alcune intuizioni innovative.
Migliorare posizionamento Google sfruttando le tassonomie
Dall’analisi del sito è emerso che i contenuti da posizionare erano dispersi nel mare magnum di tutte le pagine del sito e i motori di ricerca non riuscivano a posizionarli correttamente. Per aiutare i crawler a indicizzare i contenuti Luca ha migliorato la link building interna al sito creando una nuova tassonomia, ossia ha sviluppato un numero limitato di pagine principali che:
- corrispondevano a delle keyword molto ricercate dagli utenti
- raggruppavano al loro interno le altre pagine organizzandole secondo un criterio utile per l’utente
- contenevano un testo originale che permetteva ai motori di indicizzarle e posizionarle, anziché considerarle dei duplicati
Dai test è emerso che questa strategia funzionava:
- i singoli contenuti aumentavano i link verso la pagina principale della tassonomia
- questa organizzazione dei contenuti aumentava il numero di pagine viste dagli utenti
Migliorare posizionamento sito: non essere schiavo dei volumi
Oltre a lavorare sulla link building Luca Marchei è intervenuto sui contenuti con correttivi che, nel rispetto del budget iniziale, migliorassero il posizionamento delle pagine:
- ottimizzazione di title e description con inserimento delle keywords
- sviluppo di un nuovo template di pagina che sfruttasse h1, h2 e paragrafi in un’ottica utile per la keyword strategy
- inserimento di link interni tra le pagine per migliorare la link building
Un consiglio prezioso che arriva da Luca è quello di non essere schiavi dei volumi di ricerca: “Ho sviluppato contenuti che rispondevano a volumi alti, ma ho anche lavorato su contenuti a volume zero che nel tempo si sono posizionati molto bene portando traffico al sito”. In pratica è riuscito a intercettare il search intent futuro degli utenti. Come? Sfruttando gli strumenti di Google:
- keyword suggest: ossia le chiavi di ricerca che ci propone il motore quando digitiamo una query nel box di ricerca
- ricerche correlate che compaiono in fondo nella pagina di ricerca
- knowdge graph: le schede di sintesi che ci propone Google sulla colonna destra in cui mostra le informazioni principali su un determinato personaggio o tema, mostrandoci anche le ricerche correlate
Gli interventi apportati hanno permesso di passare, nel giro di qualche mese, da poche centinaia a diverse migliaia di sessioni, posizionando le pagine principali in prima posizione su Google per le keywords su cui erano ottimizzate.
Posizionamento sito web: lo stai monitorando?
Se stai pensando di tuffarti sul tuo sito a creare tassonomie aspetta un secondo e ascolta di nuovo il consiglio di Luca: “La strategia va continuamente testata: stiamo parlando di interventi che, seppur limitati per impatto, riguardavano centinaia di pagine”. Il fatto che abbia funzionato nel suo caso non significa che sia valida anche per te: “Fare SEO significa sperimentare: devi tentare nuove soluzioni e monitorare continuamente i risultati per correggere la strategia, altrimenti rischi di perdere solo tempo”.
Diventare SEO Specialist: ancora un consiglio
Dopo aver affrontato la definizione del target, l’analisi dei competitor e la definizione della keyword strategy, la SEO on-page e off-page, e le tecniche SEO per e-commerce, i dolabber del corso di Maurizio Palermo sono pronti a scoprire gli strumenti di analisi e ad approfondire i segreti della SEO per il mobile con un nuovo ospite speciale.
Puoi seguire il live twitting delle lezioni con l’hashtag #DoLabSEO ogni martedì e giovedì dalle 19 alle 21.
Sandra Fratticci