Ma dove vai, se il Piano Editoriale non ce l’hai?

“Non sarai mai veramente efficace se non sai progettare un piano editoriale nel modo corretto.”

Questo l’esordio di Alessandro Cuscov, community manager di Ford Italia ospite a DoLab School durante una lezione di Strategie di comunicazione digitale. Quello del community manager è un duro lavoro, il suo regno è il Piano Editoriale social, in questo post vedremo come realizzarne uno efficace.
Il Piano Editoriale è uno strumento di pianificazione dei contenuti che saranno pubblicati su pagine e profili social. Si può fare settimanalmente o mensilmente, l’importante è che sia quanto più dettagliato possibile circa obiettivi, pubblico di riferimento, orari di pubblicazione, creatività e copy. Pianificare la pubblicazione dei contenuti è necessario sia perché, banalmente, il brand per cui si gestiscono i profili social deve approvarli prima, sia per avere una chiara idea della content strategy che si sta attuando e per avere tempo e modo di gestire le interazioni in tempo reale con la community – con le urgenze e gli extra che la quotidianità richiede.

Gli obiettivi all’interno di un PED

Produrre e condividere contenuti sui social è un’attività che richiede grande consapevolezza dell’identità del brand e dei sui valori, innanzitutto, e degli obiettivi che man mano si pone. Il Community manager impara a conoscere gli utenti, cerca contenuti interessanti per loro e tramite questi persegue gli obiettivi di business che l’azienda gli pone. Quali possono essere gli obiettivi con i social?

  1. Engagement
  2. Video Views
  3. Clic a sito
  4. Awareness
  5. Vendita

Partiamo dall’ultimo, l’obiettivo principe, comune a moltissimi brand: la vendita di prodotti o servizi: questi alcuni post-esempio. Post di questo tipo, con link diretto alla scheda-prodotto e la call-to.action a visitare lo store vogliono convertire l’utente all’acquisto.
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Un buon community manager però, sa che non si può pensare di inserire in una content strategy solo contenuti legati alla vendita di prodotti, risulterebbero noiosi e autoreferenziali. Qualsiasi azienda ha una precisa identità, un carattere che si può declinare in molti modi e da cui si può attingere per creare rubriche tematiche e contenuti.
Post di sensibilizzazione civica, ad esempio, su alcune tematiche come la prevenzione dei tumori, la guida responsabile, la sostenibilità ambientale, servono a far capire cosa sta a cuore al brand e, allo stesso tempo, ad affermare più decisamente la sua identità.
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Altri contenuti che hanno come obiettivo la brand awareness, sono i “dietro le quinte” di come viene realizzato un prodotto, ma anche curiosità, tutorial, ecc.
Come si riesce nell’obiettivo engagement? Non è semplice. Contenuti su eventi organizzati dal brand, giochi, sondaggi, contest, Gif divertenti possono essere utili. Gli UGC (i contenuti generati dagli utenti). forse si possono considerare il massimo dell’engagement, sono tra i più difficili da ottenere e richiedono un’ottima strategia e una forte community di lovers.
Può succedere anche l’azienda decida di cercare nuovi collaboratori, usando i canali social per il recruitment, che diventa così l’obiettivo dei contenuti da creare.
In base all’obiettivo dunque si creano contenuti diversi, coinvolgendo i creativi, il copywriter, il Pr e poi si inseriscono nella proposta di Piano Editoriale.

Strumenti per la creazione di un Piano Editoriale efficace

Per creare un PED che funzioni bisogna innanzitutto conoscere intensamente l’identità dell’azienda e la ragione per cui abita i canali social, e poi bisogna stare sempre sul pezzo.
C’è uno strumento che ci permette di non dimenticare la Giornata del Gatto o la Festa dei Nonni, predisponendo – se rientrano nella nostra content strategy – dei contenuti ad hoc. Si tratta di #PlanTheMoment, lo trovate a questo indirizzo.
Per costruire un PED si può usare Google Calendar, aprire un Google Sheet su Drive (dando la possibilità a chi deve approvarlo di intervenire e fare delle modifiche), o semplicemente usare Excel.
Partendo dalla data e ora di pubblicazione, bisogna specificare:

  • L’argomento principale (o nome rubrica)
  • Su quale canale verrà pubblicato (Facebook, Twitter, Snapchat, ecc.)
  • Quale hastag verrà utilizzato (mantenendolo poi sempre uguale all’interno della stessa rubrica)
  • Il Copy (declinato sui vari canali)
  • La Call to Action (se necessaria)
  • Creatività (video, foto, gif, …)
  • Link che sarà presente nel post/tweet

Il piano editoriale rappresenta la vita social di un brand, un racconto continuato, un flusso di conversazione che deve essere coerente sempre e da tutti i punti di vista, dai temi trattati, alle grafiche, ai testi, agli hashtag.
“L’immagine del brand deve essere una sola, solida, coerente, sempre.”
Lo dice Danielantonio Di Palma, Social Media Director in GTB, agenzia che si occupa della comunicazione a livello globale di Ford, e docente a DoLab School del corso di Strategie di comunicazione digitale, come creare campagne social per i brand.
Gli studenti, nel corso, sotto la sua guida, hanno imparato a costruire una strategia di comunicazione digitale integrata – dal brief col cliente, alla social CRM – per due brand importanti.
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Teresa Ceglie