Mamma, sai che faccio la Social Media Analyst?

Per essere competitivi (e vincenti) nella gestione dei Social Media è molto importante saper produrre contenuti di alto livello ma anche saper analizzare dati e risultati delle attività. È questo il lavoro del Social Media Analyst, professione estremamente interessante che oggi scopriremo in ogni dettaglio con Emanuela Zaccone, esperta di Data Analysis e Social TV enterpreneur, co-fondatrice di AIDA Monitoring e TOK.tv. Questa intervista fa parte del ciclo digital jobs, cui hanno contribuito tutti i nostri docenti e, se hai perso qualche puntata, puoi recuperare tutto qui!

Se dovessi spiegare a tua madre cosa fa nello specifico un Social Media Analyst, cosa le diresti?
Mia madre è la mia prima fan. Se ve lo spiegasse lei sono certa che sarebbe ancora più chiara di quanto possa esserlo io.

Ma come si diventa Social Media Analyst?
In realtà il mio caso è un po’ particolare e frutto di un percorso progressivo. Quando ho iniziato a lavorare con i Social Media, ormai 8 anni fa, le distinzioni tra i ruoli non erano così nette. Nasco (e rimango) Social Media Strategist, ma quel tempo mi occupavo anche di Community Management.  In seguito la mia esperienza lavorativa e formativa (ho scritto una delle prime tesi di Dottorato interamente dedicate al Social Media Marketing) mi ha portato ad appassionarmi anche all’analisi: disegnare strategie non mi bastava più, volevo anche misurarne l’efficacia e capire come i dati potessero aiutare le aziende e i clienti con cui ho lavorato a raggiungere in modo più efficace i propri obiettivi.
Oggi mi occupo di entrambi gli aspetti e sono sia una Social Media Strategist che una Social Media Analyst.

Quali caratteristiche non può non avere un Social Media Analyst?
In primo luogo deve conoscere perfettamente i Social e le loro caratteristiche.
Deve avere capacità di analisi, che non significa solo sapere leggere degli insights ma anche saperli riaggregare in modo utile.
Se poi ha anche conoscenze di base di statistica ben venga.

Come hai capito che era il lavoro della tua vita?
Veramente è stato lui a trovare me. Ho cominciato a lavorare in quest’ambito nel 2011, dapprima in Telecom Italia poi fondando una mia azienda (AIDA Monitoring). Ad oggi qualunque attività di Social Media Strategy io svolga è sempre sostenuta da attività di monitoring.

Cosa ti ha aiutato di più nella tua carriera?
La capacità di intercettare subito i trend emergenti. Partire avvantaggiati e sapere sfruttare questo vantaggio è sempre un’arma vincente.

Qual è stato il momento più difficile della tua storia lavorativa? Oppure raccontaci il momento in cui hai pensato “Ma chi me l’ha fatta fare?”
Rifarei tutto esattamente allo stesso modo. Le difficoltà sono sempre una sfida, e io adoro le sfide.

Qual è il tuo metodo formativo?
Non mi limito mai alla teoria. Il monitoring è per sua natura un’attività concreta: dovrete sporcarvi le mani. Lavorerete su una startup EnLabs come fosse un vostro cliente e dovrete mettere in pratica tutto ciò che imparerete, lezione per lezione.

Perché dovrei seguire il tuo corso?
Perché in un settore affollato come quello dei Social Media, il monitoring può essere lo strumento per distinguersi e comprendere pienamente questo ambito.

Cosa si imparerà di pratico al corso Social Media Management e Monitoring?
Impareremo come gestire in modo efficace i canali Social, come pianificare le strategie di azione, come misurarne l’efficacia, come individuare trend emergenti e influencer. In una parola: impareremo ad essere davvero competititivi.

Dai un consiglio a tutti gli aspiranti Social Media Analyst!
Misurate sempre. Ma non limitatevi a raccogliere statistiche: imparate a riaggregare i dati e soprattutto a usarli in modo efficace per ottimizzare le strategie messe in campo.

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