Eccoci qui a presentare un altro protagonista del ciclo “Confessioni di…”. Oggi è il turno di Maurizio Palermo, un esperto di Digital che ha fatto della SEO la sua professione, e che è appena entrato nella squadra di DoLab School.
Il suo primo corso si chiama “Conoscere la SEO dalla A alla Z” e partirà il 4 ottobre.
Che cos’è la SEO e quando se ne sente parlare per la prima volta?
Leggendo letteralmente l’acronimo “SEO” la definizione sembra semplice: la SEO è l’ottimizzazione di un sito per i motori di ricerca. Ma la SEO è anche qualcosa che esula dai file del sito web che si vuole promuovere e che si espande insieme al web.
Non so se la SEO sia mai nata, o se ci sia stata una sua prima volta, altrimenti avrebbe ragione anche chi la considera morta, o mortale. Ma la SEO non nasce e non muore perché in perenne evoluzione. Una volta c’erano le Web Directory: bastava inserire il tuo sito in una categoria e andava bene così, avevi fatto SEO, poi è arrivato Google e da allora è diventato necessario ottimizzare, perché non si sceglieva più da un elenco ma si cercava il sito migliore. Oggi, considerando i molteplici canali che il web mette a disposizione, un bravo SEO non è più semplicemente un Search Engine Optimizer, ma un Search Experience Optimizer.
Perché hai deciso di specializzarti in questo campo?
Io da grande volevo fare il Web Designer ma in Italia se dici di essere un Web Designer pensano che tu sia bravo a usare Photoshop. Volevo essere l’architetto del sito web, quello che si preoccupa di rendere gradevole un sito ma anche di renderlo funzionale. Be’, sono diventato un SEO perché oggi il SEO Specialist è l’unico che ha potere su tutte le componenti del sito: può dire al programmatore di modificare una funzione, al grafico di aggiustare un’interfaccia, al copywriter di scrivere un certo contenuto, e addirittura può suggerire al cliente di cambiare strategia, anche se in questo caso bisogna essere almeno cintura nera e decimo Dan di SEO.
La SEO si evolve di continuo e le informazioni cambiano in fretta. Ma ci sono delle basi che rimangono valide. Puoi dirci quali sono i 3 principi inalienabili della SEO?
Scelta delle parole chiave. Oggi si parla molto di semantica e sembra che la parola chiave abbia perso la sua importanza, ma la semantica ha ancora bisogno di keyword.
Ottimizzazione del sito. Anche se la SEO non è solo l’attività legata ai file di un sito web, l’ottimizzazione rimane comunque una delle prime cose di cui occuparsi.
Autorevolezza. L’autorevolezza che viene riconosciuta al sito dal web (possiamo chiamarlo Page Rank, Trust Rank o Social Rank) ovvero la “riprova sociale” che il web stesso può attribuirti, è un segnale che nessun motore di ricerca può ignorare.
Perché un’azienda ha bisogno di un SEO Specialist?
Sono sul web le foto del matrimonio di mia cugina e le porcellane che mia zia ha dipinto tanto amorevolmente, le foto dei gatti della vicina e le poesie del mio salumiere.
Il web offre visibilità a chiunque e nel business non ci si può affidare al caso. Le aziende giovani e poco affermate hanno bisogno di un SEO Specialist per emergere e le aziende leader per mantenere il proprio primato.
SEO e contenuti, cos’è più importante?
Si dice “Content is the King” ma io la penso diversamente. Anche il miglior contenuto potrebbe perdersi tra le porcellane di mia zia e i gatti della vicina. La SEO è il vero Re, ma è un re nudo, e un buon contenuto è assolutamente necessario.
Quali piattaforme e quali tool trovi che siano indispensabili per un SEO Analyst?
Alcuni strumenti penso siano utilizzati dal mondo intero, come Screaming Frog, Semrush e Majestic. io uso molto anche i corrispettivi italiani, cioè Visual SEO Studio e SEOZoom. Utilizzo SEO Power Suite per il rank e i backlink, perché è una delle poche suite da desktop e i report sono altamente personalizzabili. Quando lavoro utilizzo tutto quello che mi fa comodo al momento, dai semplici operatori di ricerca ai fogli di calcolo personalizzati, ai servizi trovati su siti semisconosciuti. Non manco mai di utilizzare i tool messi a disposizione dai vari motori di ricerca come la Search Console di Google e il Webmaster Tools di Bing.
Cosa consigli a chi sta per iscriversi al tuo corso (e cosa dovrebbe aspettarsi)?
Nella descrizione della prima giornata, tra le altre cose, c’è scritto “Buone pratiche e Forma Mentis“. Le buone pratiche sembrano scontate, ma se si acquisisce la forma mentis, allora si acquisisce la capacità di fare SEO anche in futuro. Vorrei insegnare una SEO responsive, quella SEO in grado di riadattarsi al tipo di ricerca che farà l’utente.
Per informazioni e iscrizioni al corso Conoscere la SEO dalla A alla Z, potete compilare il form sul sito o scrivere a info@dolabschool.com.
DoLab Team