Introduzione alla digital strategy! | #DoLabStrategy Lesson 1

In DoLab School la formazione digitale è in pieno fermento: per il corso Digital strategy e project management in aula 25 studenti desiderosi di cogliere le nuove sfide del digitale e di apprendere come diventare digital strategist.
Una docente d’eccezione per questo corso: Futura Pagano, project manager, digital strategist e blogger. Ha lavorato sulle strategie di comunicazione online per grandi gruppi internazionali, pubblica amministrazione e startup digitali; da un anno è alla guida di DoLab, animata dalla sfida di proporre un’offerta formativa multidisciplinare basata su un metodo smart: formazione, laboratorio, project work e networking per formare i professionisti del futuro.
La lezione si apre con l’agenda e i topic dei singoli moduli, dal digital landscape alla social collaboration ai formati della digital advertising.
E poi naturalmente il project work con la startup coinvolta, a cui la classe presenterà a fine corso la migliore digital strategy!

Da subito ci sono proposti 3 punti chiave:

1. Chi è il digital strategist?
La prima domanda del modulo ‘Digital touch point’. Ebbene la parola chiave – quando si parla di digital strategy – è processo: si raggiungono degli obiettivi di business attraverso l’uso di strumenti digitali. Quindi a questa professione servono pianificazione, organizzazione, definizione, misurazione e know-how tecnico.

 

2. E perché è importante la digital strategy?
Perché viviamo in un digital landscape, abitato da persone – ‘Digital Immigrant’ e ‘Digital Natives’ – e aziende, sempre più consapevoli che processi di collaborazione tra i reparti possono incrementare produttività e profitti.

 

3. E la comunicazione? Come si confronta con il digitale?
I dati di una recente ricerca [fonte Mindshare] evidenziano come, dal 2010 ad oggi, il media ‘tv’ sia riuscito a mantenere la sua posizione in termini di utenza, la ‘carta stampata’ abbia registrato un calo – non avendo molte testate compreso per tempo che le logiche digitali erano diverse – , il web è l’unico media in crescita, in linea con le global digital statistics. In generale è cambiato il modello comunicativo: da pushing content a create value. La pubblicità classica annoia, non converte, non fidelizza. Invece il digital marketing ha molti plus:

  • si adatta al cambiamento in breve tempo
  • targettizza l’audience
  • è alla portata di tutti
  • integra diversi canali (crossmedialità)
  • è fatto di azioni e risultati misurabili.

 

La lezione è entrata nel vivo. Gli studenti attenti e in digital mood. E allora arriva il momento di affrontare il nostro amato pubblico: il target!
Futura fa subito una macro distinzione tra target in house, in team e out of the door, spiegando poi i diversi step della digital strategy nei confronti delle tre categorie di pubblico. Ed è in questo istante che sul grande schermo compare una slide che all’apparenza incute timore! Don’t worry: è solo la rappresentazione del digital team come sistema olistico, dove coesistono competenze, target, aree, e soprattutto tante relazioni. Perché la digital strategy – per chi non l’avesse ancora capito – è un lavoro di squadra.
E a questo punto si susseguono 4 key questions:

 

    • Ora cosa facciamo?
      Distinguiamo 6 tipi di azione: 1.creare contenuto; 2.coinvolgere; 3.controllare; 4.misurare i risultati; 5.costruire digital presence; 6. convertire

 

    • E dove lo facciamo?
      La parola magica è digital touch point, vale a dire tutti quei luoghi che sono punto di incontro tra l’utente e un brand. Possono essere owned (sito, blog, microsito, landing page, news letter); paid (social, adv, motori di ricerca); earned (motori di ricerca, forum, blog esterni, eventi, recensioni).

 

    • Che obiettivo abbiamo?
      Facts tell, story sell: contenuti di valore, storie ed esperienze, per un risultato finale di lead generation, vendita e rivendita.

 

    • Con quale visione?
      Allineare i bisogni, interessi ed esigenze delle persone alla pianificazione e alla produzione di contenuti (non il contrario).

 
Questo ci porta al focus finale su come creare una digital strategy: Brief→Analisi →Strategia →Digital plan → Action strategy
E infine, un approfondimento sui primi documenti da produrre:

  • documento di brief: Q&A, Digital model, Canvas, Swat models
  • analisi: creatività/risorse, effort/budgeting, timeline

 

La digital strategy è ormai entrata nelle teste dei 25 dolabber. Ma visto che la nostra scuola non è solo teoria ma anche e soprattutto laboratorio, arriva la vera chicca della serata: un test di autovalutazione all’insegna della partecipazione per costruire insieme il glossario del Digital Strategist”. 35 domande (tranelli inclusi) su termini e acronimi molto diffusi, utile per creare un digital language comune e iniziare ad utilizzare la terminologia digitale in modo professional. E così, tra esultanza di risposte esatte e un po’ di rammarico per risposte errate [“In fondo bastava essere semplici e lineari”], alla fine di questa prima giornata formativa aleggia in aula un unico pensiero: #DoLabStrategy it’s a unique experience!

Compiti per casa, studio della start up, saluti e baci.

A presto con la seconda lezione!

 
Elena Musco